Il nido di Rebibbia è una realtà misconosciuta che attualmente ospita 14 bimbi, da 0 a 3 anni. Da donne che pensano alle donne, impossibile dimenticare questi bambini che vivono i loro primi 3 anni di vita in un “non-luogo”, vicini alle madri ma lontani dal mondo. Un giocattolo ciascuno per un sorriso, per stimolare ulteriormente l’apprendimento: questo sarà il nostro 8 marzo». Il messaggio arriva dalle tassiste romane, prima solo un gruppo, ora organizzate in una vera e propria associazione, che si affiancano ai colleghi di “Tutti Taxi per Amore”, riempiendo di nuovi contenuti e ulteriore linfa vitale il progetto “Destinazione Rebibbia”.
La seconda fase del progetto è stata pensata e organizzata in occasione dell’8 marzo con una raccolta attiva da qualche giorno. «Nel Teatro della Casa Circondariale – spiegano le tassiste sui social in un post intitolato “Senza colpa” – l’8 marzo si terrà uno spettacolo a beneficio di alcune ospiti grazie all'associazione Il Viandante, organizzatrice dell’evento. Parteciperanno, tra gli altri, gli attori Mirko Frezza e Francesca Romana Cerri, il gruppo musicale “Presi per Caso”, l’artista Alan Bianchi, Betta Cianchini di Radio Rock e Valeria Vivarelli dell’Osservatorio internazionale per la Salute».
Tre auto station wagon caricate fino all’orlo, una quarantina di scatoloni destinati al controllo pacchi, al loro interno tutto l’occorrente per confezionare i kit di primo ingresso e offrire alle detenute la possibilità di affrontare dignitosamente i primi giorni di carcere. “Destinazione Rebibbia” è la nuova iniziativa avviata dall'associazione di tassisti romani “Tutti Taxi per Amore” che questo pomeriggio ha consegnato il materiale ai responsabili del reparto femminile dell’istituto di pena.
Alla consegna dei kit è seguito un momento di intrattenimento curato da Giulia e Max Palagetti. “Siamo molto soddisfatti di questa prima esperienza con il carcere commenta il presidente di Tutti Taxi per Amore (www.tuttitaxiperamore.it), dopo le persone con disabilità, i nonnini e i bambini speciali, abbiamo voluto dare un piccolo aiuto anche a una parte della popolazione detenuta: donne, in questo caso, che spesso la società considera ‘invisibili’ e alle quali, invece, la nostra associazione vorrebbe riconsegnare un po’ di dignità”.